lunedรฌ 18 agosto 2025

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1565 km da casa (1517 km pedalati)

    รˆ stato un viaggio straordinario, un crescendo continuo, quasi fosse un’ouverture di Rossini che parte piano e poi esplode in tutta la sua potenza. L’ultimo giorno ha sempre un sapore speciale: diverso dalla partenza, certo, ma altrettanto carico di emozioni. Quando la meta si avvicina e finalmente si assapora l’arrivo, la mente si riempie di immagini: i chilometri macinati, le risate improvvise, le piccole burle reciproche, le fatiche che ci hanno piegato le gambe, il fondoschiena che chiedeva pietร , e soprattutto gli sguardi, i saluti e i sorrisi delle tante persone che hanno incrociato la nostra strada.


    Arrivare significa liberarsi. Sciogliere i nodi di ogni pensiero, lasciare andare le preoccupazioni e perfino i timori che, inevitabilmente, ci hanno accompagnato durante la preparazione e lungo il viaggio. Lo ammettiamo: qualche timore l’abbiamo avuta, soprattutto considerando che questo luglio cosรฌ piovoso non ci aveva promesso nulla di buono. Ma che avventura sarebbe senza un briciolo di timore?


    E invece, eccoci qui, a Copenaghen. Un cielo terso, il termometro che supera appena i trenta gradi, e un venticello leggero che asciuga il sudore dalla pelle: un’accoglienza da sogno, un finale che piรน bello non potevamo immaginarlo.



   Questa giornata, poi, ci ha regalato qualcosa in piรน, quasi fosse un dono. Lungo il tragitto abbiamo incontrato Marta Grosso, di Santa Margherita del Gruagno: una ragazza che ha portato la sua passione per il calcio fino in Danimarca, dove gioca come professionista in una squadra di serie B. Prima ancora aveva vissuto a Malta, sempre inseguendo quel pallone che รจ parte della sua vita.



    E come se non bastasse, all’arrivo a Nyhavn – proprio lรฌ dove abbiamo immortalato la conclusione del nostro viaggio – un ragazzo ci ha fermati chiedendo: “Siete friulani?”. Era Damiano Tosolini, di Pasian di Prato. Vive a Berlino, fa il ricercatore universitario e, incredibile coincidenza, รจ arrivato anche lui in bici, partendo proprio dalla capitale tedesca.



    La giornata si รจ chiusa con un altro incontro prezioso: quello con Francesco Ganis, di Feletto Umberto. Vive a Copenaghen da cinque anni e anche lui lavora come ricercatore universitario. Con lui abbiamo cenato, chiacchierato, riso, come se ci conoscessimo da sempre.



    Scattare una foto con Marta, Damiano e Francesco, stringendo in mano la nostra bandiera per poi salutarci con un sentito MANDI, รจ stato un momento emozionante, che custodiremo nel cuore. Incontri che hanno fatto emergere radici comuni, appartenenza ed emozione e che danno senso al nostro viaggio, che trasformano la fatica in ricchezza e che porteremo con noi per sempre.


    Adesso che la meta รจ raggiunta e il traguardo รจ alle nostre spalle, ci accorgiamo che ciรฒ che resta non sono solo i chilometri percorsi, ma l’essenza stessa del viaggio: la scoperta, gli incontri, le emozioni. Ogni pedalata รจ stata un passo dentro noi stessi, ogni volto incontrato e conosciuto un tassello che ha arricchito il mosaico di questa avventura.


    Arriviamo a destinazione con il cuore colmo e un pensiero semplice ma potente: non รจ tanto l’arrivo a contare, quanto il cammino che ci ha portati fin qui. E anche questa avventura, fatta di pedali, ruote, selle, bagagli, strade, cieli, piogge e sorrisi, resterร  per sempre dentro di noi.


Continuate a stare allerta… nei prossimi giorni arriveranno nuove notizie


Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna


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domenica 17 agosto 2025

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 1468 km da casa (1421 km pedalati)

    I nostri viaggi hanno sempre una base di programmazione. Non siamo meticolosi al punto da pianificare ogni dettaglio, ma ci piace avere una rotta chiara: i pernottamenti prenotati con largo anticipo, il biglietto di rientro giร  in tasca, e la consapevolezza che, ogni tanto, l’itinerario non dipende solo dalle nostre gambe, ma anche dagli orari di altri mezzi di trasporto.



    Oggi รจ uno di quei giorni. Per entrare in Danimarca abbiamo scelto il traghetto che collega Rostock a Gedser. Ieri sera, studiando gli orari, abbiamo deciso di puntare alla partenza delle 11:15: la piรน conveniente per i nostri tempi. Per arrivare al porto ci aspettavano circa cinquanta chilometri, con la certezza di avere anche oggi il vento avverso a rallentare il passo. Facendo i nostri calcoli, due ore e mezza sarebbero state sufficienti. Cosรฌ la sveglia ha suonato mezz’ora prima del solito e, poco dopo le otto, eravamo giร  in sella. Tutto ha seguito il ritmo che ci eravamo immaginati: la strada, l’arrivo in porto, l’acquisto dei biglietti, l’imbarco.



    Poi, la traversata. Due ore di pausa forzata ma anche preziosa. Il Mar Baltico ci ha accolti con un un orizzonte che pareva dissolvere ogni pensiero. Lasciare la Germania e dirigersi verso la Danimarca non รจ stato solo un passaggio geografico. Ci รจ sembrato di varcare una soglia invisibile, di entrare in una nuova dimensione del viaggio.



    Sbarcati a Gedser ci concediamo, a testimonianza di questa impresa, una foto con la nostra bandiera del Friuli, segno di appartenenza che ci ricorda sempre chi siamo e da dove veniamo. Poi di nuovo in sella alle nostre bici ci immergiamo subito nell’ordine e nella bellezza delle piste ciclabili danesi, che sembrano disegnate apposta per chi, come noi, sceglie di scoprire il mondo a ritmo di pedale. Incrociamo numerosi cicloviaggiatori, anime in cammino che, per un istante, diventavano parte della nostra stessa storia. Sempre un sorriso, sempre un saluto. รˆ incredibile come, un gesto cosรฌ semplice possa far sentire meno soli e piรน leggeri.



    La meta ci attendeva: Vordingborg. Una cittadina di dodicimila abitanti che ci ha accolto con il suo fascino discreto, come un abbraccio di pietra e di storia. Qui, secoli fa, venne eretto il primo castello dei regnanti di Danimarca. Il re Valdemar il Grande pose le fondamenta di una dinastia che, attraverso i secoli, รจ arrivata fino alla casa reale attuale. Camminando tra le sue vie, si percepisce la forza di una storia che continua a vivere sotto nuove forme.



    Questa giornata non รจ stata soltanto un passaggio geografico, ma un vero salto tra due mondi: due culture, due lingue, due storie diverse. La traversata in mare ha reso ancora piรน evidente questa soglia invisibile, quasi fosse un rito di passaggio. รˆ in quel tempo sospeso, tra una riva e l’altra, che abbiamo capito ancora una volta che viaggiare non significa solo fare chilometri. Viaggiare รจ attraversare ed incontrare luoghi diversi, รจ scoprire nuovi orizzonti e, allo stesso tempo, nuove parti di sรฉ.


Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna


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sabato 16 agosto 2025

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 1313 km da casa 

    Il cielo stamattina รจ grigio, coperto da nubi compatte che non lasciano spazio al sole. Capiamo subito che le temperature saranno piรน basse rispetto ai giorni scorsi e, senza pensarci troppo, ci vestiamo “a cipolla”. A complicare le cose ci pensa il vento, che fin dai primi minuti di pedalata si rivela nostro compagno di viaggio. Naturalmente contrario, giusto per non farci mancare un po’ di sfida.



    Lasciata alle spalle Mirow, la strada ci porta attraverso ampie campagne e fitte foreste. Il paesaggio รจ dolcemente ondulato, senza vere difficoltร , e il ritmo, nonostante il vento, resta piacevole. Lungo il percorso incrociamo numerosi cicloviaggiatori, quasi tutti diretti nella direzione opposta alla nostra. Come noi stanno percorrendo la ciclovia che collega Copenhagen a Berlino. Ci basta un cenno di saluto e un sorriso, per sentirci parte di un’unica avventura. Ognuno con la propria meta, tutti con lo stesso desiderio: esplorare il mondo su due ruote, lasciandoci portare da un mezzo semplice ed essenziale. Perfetto al punto tale da donarci libertร  assoluta.



   Pedaliamo nella Mecklenburgische Seenplatte, la Terra dei Laghi del Meclemburgo. รˆ una regione ricchissima d’acqua, punteggiata da specchi lacustri che attirano turisti, bagnanti, amanti della canoa e pescatori. Intorno a noi, parchi naturali e boschi fitti di pini e latifoglie disegnano scenari che invitano a rallentare e a respirare a pieni polmoni. รˆ una natura generosa, che sembra volerci avvolgere e trattenere. 



    Nella tarda mattinate le nuvole hanno abbandonato la scena e a mezzogiorno ci fermiamo a Krakow am See. Decidiamo di pranzare in riva al lago e di lasciarci avvolgere dall’atmosfera della cittadina. Le sponde brulicano di turisti e villeggianti, l’aria รจ festosa e spensierata: per un po’ dimentichiamo la strada che ci aspetta e ci godiamo il momento.



    Ma il viaggio ci chiama e, dopo questa sosta rigenerante, risaliamo in sella per percorrere l’ultima ventina di chilometri che ci separano dalla meta. L’arrivo a Gรผstrow, elegante cittadina di trentamila abitanti, ci sorprende con la sua bellezza. Pernottiamo proprio nel cuore del centro storico, tra la maestosa cattedrale e l’antico municipio.



    Passeggiando per le vie, chiediamo qua e lร  se qualcuno conosce friulani che vivono in zona. Anche oggi la ricerca non porta risultati, ma non ci lasciamo scoraggiare: il nostro scopo rimane ben vivo, custodito dentro di noi e che รจ il motivo fondamentale di questo viaggio. Perchรฉ questa avventura non รจ fatta solo di chilometri e di mete raggiunte: รจ fatta soprattutto di incontri attesi ed inattesi, di speranze, e del bisogno profondo di sentirci parte di una terra unica che รจ il nostro Friuli.


Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna


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venerdรฌ 15 agosto 2025

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 1221 km da casa 

    Oggi il nostro viaggio riprende e davanti a noi si stende una tappa di circa 110 chilometri, ma i primi venti sono un labirinto urbano: semafori, incroci, segnali, il battito frenetico della cittร . In Germania รฉ un giorno feriale e sulle piste ciclabili scorrono fiumi di biciclette. Gente che va al lavoro oppure a scuola. Tutti rapidi, concentrati, con l’andatura di chi conosce a memoria ogni curva. Ci superano da destra e da sinistra, e quando intravedono i nostri bagagli e capiscono che stiamo puntando a Copenaghen, qualcuno accenna un sorriso, altri alzano un pollice in segno di approvazione, prima di sparire come saette.



    Man mano che ci allontaniamo dal centro, i rumori della cittร  si attenuano. I palazzi si diradano, sostituiti da ampie distese di boschi e di coltivazioni. E una quiete verde prende il posto del cemento. Attraversiamo lunghi tratti di bosco con il sole che gioca a nascondino tra le foglie consentendoci di godere del refrigerio naturale. Ma il fondo stradale non รจ gentile: รจ irregolare e a tratti malmesso, al punto che interrompe il ritmo e ci fa sobbalzare in sella. La Baviera, con i suoi percorsi ciclabili lisci come velluto, sembra ormai un ricordo lontano.



    Il paesaggio si distende in una campagna generosa. I paesi sono rari e silenziosi, case basse e strade vuote, come se tutti fossero altrove. Attraversiamo borghi che sembrano addormentati, senza un bar, senza un negozio, senza una voce. Il silenzio รจ cosรฌ totale che sentiamo persino il rullare dei nostri copertoni sull’asfalto. 



    La sete e la fame iniziano a bussare, e per chilometri speriamo di trovare un punto dove fermarci. Finchรฉ, dopo settanta chilometri, entriamo in una localitร  che ha un piccolo supermercato. Ci fermiamo e, seduti all’ombra di una quercia, ci concediamo una pausa pranzo frugale ma rigenerante.


    Quando ripartiamo, il vento ci aspetta al varco. A metร  tra una brezza gentile e un compagno ostinato che ci soffia in faccia, rallenta ogni pedalata. La campagna ci avvolge, ondulata e immensa, e per lunghi tratti pedaliamo sulla carreggiata stradale. Il traffico, perรฒ, รจ cosรฌ scarso che sembra di avere la strada tutta per noi. L’asfalto scorre sotto le ruote, le catene con il loro ronzio accompagnano il nostro viaggio, il vento sibila nelle orecchie, e davanti a noi il nastro d’asfalto ci guida, lento ma inesorabile, verso la nostra meta.



    Siamo a Mirow (Stato federale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore) una cittadina rurale con aspirazioni turistiche per la presenza di un vicino lago. Nella nostra mente c’รจ un obiettivo preciso: scoprire se qui vivono dei friulani. La prima occasione per chiedere informazioni arriva quasi subito parlando con l’albergatore. Ma la risposta, gentile e definitiva, smorza ogni illusione: nessun friulano in vista. Un piccolo dispiacere, certo, ma non abbastanza da farci desistere. Oggi la ricerca non ha dato frutti, ma la nostra determinazione resta intatta. Domani, chissร .


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mercoledรฌ 13 agosto 2025

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 1109 km da casa


ICH BIN EIN BERLINER… anzi, oggi possiamo dirlo a gran voce: 

WIR SIND ZWEI BERLINER.


    L’emozione รจ intensa, il desiderio di arrivare fortissimo. Forse รจ per questo che oggi, quasi senza rendercene conto, abbiamo percorso 96 chilometri in meno di cinque ore.


    Lasciamo alle nostre spalle la splendida Wittenberg, con le sue vie eleganti, i palazzi storici e le chiese che resteranno a lungo nei nostri ricordi. Poi, con un cenno d’intesa alle nostre biciclette, impostiamo la rotta verso Berlino. Un leggero vento contrario prova a rallentarci, ma non riesce a intaccare il nostro passo deciso.



    Il tragitto si snoda lungo piste ciclabili curate e ben segnalate, che attraversano fitti boschi di conifere impregnati del profumo inconfondibile della resina di pino. Solo nei piccoli centri la ciclabile viene a mancare, ma appena possibile torniamo a immergerci nella quiete della campagna o nella frescura del bosco.



    A circa quindici chilometri dall’arrivo, Berlino ci dร  il suo primo benvenuto: un frammento del leggendario Muro, un solco inciso nel terreno a ricordarne il percorso, e poco dopo il cartello che annuncia l’ingresso nella capitale tedesca. Ci fermiamo, colti da una silenziosa immersione nella storia recente, a riflettere su come questa cittร  abbia vissuto e sofferto ventotto lunghi anni di separazione.



    Riprendiamo a pedalare, seguendo una rete interminabile di ciclabili urbane che ci conduce fino al nostro traguardo simbolico di oggi: la Porta di Brandeburgo. La foto รจ inevitabile, ma piรน che un ricordo รจ un abbraccio simbolico a questo viaggio. 



    Con ancora qualche ora di luce, dedichiamo il tardo pomeriggio alla visita di luoghi iconici: il Checkpoint Charlie, il Memoriale dell’Olocausto, la Chiesa dell’Imperatore Guglielmo e la Siegessรคule, la colonna sormontata dalla statua della Vittoria, eretta per celebrare la guerra tra Prussia e Danimarca. Berlino ci accoglie con la sua storia stratificata e imponente.


    La giornata si conclude con un incontro speciale: Luca Concetti, friulano di Gorizia, che da cinque anni vive e lavora qui. Trascorriamo con lui un’ora piacevole, scambiando storie, esperienze e impressioni di vita. รˆ un incontro che ci scalda il cuore e arricchisce il nostro viaggio. Come epilogo perfetto, scattiamo una foto insieme a Luca davanti alla Porta di Brandeburgo, con la nostra bandiera ben visibile. Grazie Ente Friulano nel mondo.



    Domani sarร  interamente dedicato alla scoperta di Berlino. Poi, venerdรฌ 15 agosto, riprenderemo il cammino verso la nostra meta finale: Copenhagen.


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martedรฌ 12 agosto 2025

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 1013 km da casa

    Ultimo giorno in Sassonia. Ce la prendiamo con calma: la strada non รจ lunga. Tant’รจ che in poco piรน di tre ore e mezza siamo a destinazione.



   Lipsia rimane alle nostre spalle e anche nel nostro cuore. Uscendo dalla cittร , davanti a noi si apre un mondo piatto, smisurato, senza una piega. รˆ talmente uniforme che sembra di poter intravedere la curvatura della Terra. I campi si distendono come tappeti infiniti, ogni tanto interrotti da piccoli borghi con fattorie ordinate e casette perfettamente allineate lungo la strada. Qui l’agricoltura รจ una macchina precisa, organizzata per produrre al meglio.



    Poi, dopo qualche decina di chilometri, il paesaggio cambia all’improvviso: la pianura lascia spazio a una foresta fitta e profonda. Gli alberi ci avvolgono e ci regalano ombra e frescura, il sole resta fuori, lontano, e per ventiquattro chilometri pedaliamo in questo corridoio verde, attraversato solo dal nastro d’asfalto che scivola in dolci saliscendi. Non c’รจ un centro abitato, solo il silenzio e il fruscio delle ruote.


    Quando la foresta si apre di nuovo, la pianura ci accoglie per l’ultimo tratto: nove chilometri e saremo a Wittenberg.



    Arriviamo nel primo pomeriggio. La cittadina, quaranta mila anime affacciate sul fiume Elba, รจ patrimonio UNESCO e cuore pulsante di un pezzo di storia mondiale: qui, nel 1517, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi, aprendo le porte alla Riforma Protestante. Ogni via, ogni edificio, ogni piazza racconta un frammento della sua vita.



    Dopo una doccia ristoratrice, ci perdiamo tra le strade acciottolate: la casa dove Lutero visse, l’universitร  dove insegnรฒ e dove sostenne le sue prime idee. Camminiamo senza fretta, respirando l’atmosfera di un luogo che ha cambiato la storia, fino a quando per cenare veniamo attratti dalla “Wittenberger Kartoffelhaus”, il locale piรน tipico della cittร .



    La serata si chiude cosรฌ, tra profumi e sapori di cucina locale, con il pensiero giร  rivolto a domani: ci aspetta il Brandeburgo e…


Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna


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