venerdรฌ 15 agosto 2025

๐Ÿšด‍♂️ ๐Ÿšด‍♀️ ๐—ฆ๐—ง๐—ฅ๐—”(๐—ฑ)๐—˜๐—จ๐—ฅ๐—ข๐—ฃ๐—” ๐Ÿฎ๐Ÿฌ๐Ÿฎ๐Ÿฑ ๐Ÿ‡ช๐Ÿ‡บ ๐——๐—ฎ๐˜† ๐Ÿญ๐Ÿฐ: ๐—•๐—ฒ๐—ฟ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ผ - ๐— ๐—ถ๐—ฟ๐—ผ๐˜„

 1221 km da casa 

    Oggi il nostro viaggio riprende e davanti a noi si stende una tappa di circa 110 chilometri, ma i primi venti sono un labirinto urbano: semafori, incroci, segnali, il battito frenetico della cittร . In Germania รฉ un giorno feriale e sulle piste ciclabili scorrono fiumi di biciclette. Gente che va al lavoro oppure a scuola. Tutti rapidi, concentrati, con l’andatura di chi conosce a memoria ogni curva. Ci superano da destra e da sinistra, e quando intravedono i nostri bagagli e capiscono che stiamo puntando a Copenaghen, qualcuno accenna un sorriso, altri alzano un pollice in segno di approvazione, prima di sparire come saette.



    Man mano che ci allontaniamo dal centro, i rumori della cittร  si attenuano. I palazzi si diradano, sostituiti da ampie distese di boschi e di coltivazioni. E una quiete verde prende il posto del cemento. Attraversiamo lunghi tratti di bosco con il sole che gioca a nascondino tra le foglie consentendoci di godere del refrigerio naturale. Ma il fondo stradale non รจ gentile: รจ irregolare e a tratti malmesso, al punto che interrompe il ritmo e ci fa sobbalzare in sella. La Baviera, con i suoi percorsi ciclabili lisci come velluto, sembra ormai un ricordo lontano.



    Il paesaggio si distende in una campagna generosa. I paesi sono rari e silenziosi, case basse e strade vuote, come se tutti fossero altrove. Attraversiamo borghi che sembrano addormentati, senza un bar, senza un negozio, senza una voce. Il silenzio รจ cosรฌ totale che sentiamo persino il rullare dei nostri copertoni sull’asfalto. 



    La sete e la fame iniziano a bussare, e per chilometri speriamo di trovare un punto dove fermarci. Finchรฉ, dopo settanta chilometri, entriamo in una localitร  che ha un piccolo supermercato. Ci fermiamo e, seduti all’ombra di una quercia, ci concediamo una pausa pranzo frugale ma rigenerante.


    Quando ripartiamo, il vento ci aspetta al varco. A metร  tra una brezza gentile e un compagno ostinato che ci soffia in faccia, rallenta ogni pedalata. La campagna ci avvolge, ondulata e immensa, e per lunghi tratti pedaliamo sulla carreggiata stradale. Il traffico, perรฒ, รจ cosรฌ scarso che sembra di avere la strada tutta per noi. L’asfalto scorre sotto le ruote, le catene con il loro ronzio accompagnano il nostro viaggio, il vento sibila nelle orecchie, e davanti a noi il nastro d’asfalto ci guida, lento ma inesorabile, verso la nostra meta.



    Siamo a Mirow (Stato federale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore) una cittadina rurale con aspirazioni turistiche per la presenza di un vicino lago. Nella nostra mente c’รจ un obiettivo preciso: scoprire se qui vivono dei friulani. La prima occasione per chiedere informazioni arriva quasi subito parlando con l’albergatore. Ma la risposta, gentile e definitiva, smorza ogni illusione: nessun friulano in vista. Un piccolo dispiacere, certo, ma non abbastanza da farci desistere. Oggi la ricerca non ha dato frutti, ma la nostra determinazione resta intatta. Domani, chissร .


Un viaggio non inizia quando si parte e non finisce quando si ritorna


Stay tuned ๐Ÿ™Œ ๐ŸŒ